I ruoli del fisiatra, un medico di riferimento

Il dott. Paolo Parenti, medico chirurgo fisiatra e direttore sanitario del Centro Onze di Milano spiega il valore della visita fisiatrica, quando è necessaria e come distinguerne per ruoli e competenze la sua figura da quella dell’ortopedico, spesso confusa dai pazienti.

Fisiatra e ortopedico; quali le differenze tra questi specialisti?

Il fisiatra e l‘ortopedico sono figure che tendenzialmente, per la maggior parte dei problemi, si sovrappongono nella diagnosi dei disturbi dell’apparato locomotore. Anche, per altri aspetti, tale sovrapposizione è possibile per il fisiatra anche con altre figure (neurologo, neurochirurgo, reumatologo, geriatra). Questo perché il fisiatra è un medico che – come tale – può effettuare diagnosi, prescrivere esami, impostare ed effettuare terapie, sia farmacologiche che di altro tipo, in ambito cosiddetto “conservativo”, cioè non chirurgico.

Questa è l’unica vera differenza con l’ortopedico: quest’ultimo ha dalla sua la possibilità di affrontare i problemi dell’apparato locomotore con l’intervento chirurgico, il fisiatra possiede una serie di tecniche, che cercano di evitarlo. In caso sia necessario l’intervento chirurgico o il paziente stesso arrivi con questo trascorso clinico, il fisiatra ha il compito di seguire tutto il percorso di recupero, verificando, insieme al chirurgo stesso e alle altre figure coinvolte come il fisioterapista, massoterapista, eventuale terapista occupazionale o eventuale preparatore atletico, il programma e il progetto riabilitativo, che viene condiviso principalmente col paziente in base alla sua risposta al programma stesso. Nelle decisioni dovrà sempre prevalere il paziente con le sue esigenze, il suo dolore, le sue fatiche e anche le sie necessità organizzative.

Quali sono i maggiori campi d’azione per il fisiatra?

Ci sono patologie di cui tendenzialmente l’ortopedico non si interessa che invece per il fisiatra sono frequenti problematiche su cui lavorare come la colonna vertebrale, la postura, il dolore cronico.

Nella maggior parte dei casi il medico di Medicina Generale invia il paziente da colleghi che conosce personalmente e di cui si fida più che da uno specialista specifico per una certa patologia. Questo perché in effetti esistono situazioni chiare, che presuppongono un percorso chiaro, ma il più delle volte un problema viene affrontato da diverse figure e diverse competenze, poiché si presenta particolarmente complesso e ogni specialista guarda alla persona dal suo punto di vista. Può capitare inoltre che il fisiatra sintetizzi il quadro e mantenga un ruolo di “coordinatore”, in sintonia col medico di base, o invece decida che per la persona malata sia meglio essere seguita da un solo specialista.

Quali terapie possono essere consigliate dal fisiatra oltre alla fisioterapia?

Ci sono anche situazioni dove il fisiatra riesce a gestire il dolore cronico evitando l’uso di farmaci ed utilizzando invece altre forme di terapia: la fisioterapia, cioè l’uso di mezzi fisici (come il calore, l’elettricità, le onde elettromagnetiche, ecc.), oppure la terapia manuale (massoterapia, manipolazioni, mobilizzazioni), o ancora la chinesiterapia (terapia col movimento, quindi la “ginnastica”, gli esercizi terapeutici e le rieducazioni posturali tipo quelle ottenute col Pilates). In base poi alla formazione personale, potranno essere indicate anche altre tecniche cosiddette “alternative” (agopuntura, ozonoterapia, mesoterapia antalgica).

Per concludere, il fisiatra è medico ed è probabilmente il medico che – nel campo delle patologie dell’apparato locomotore – ha il maggior numero di armi a disposizione per affrontare i problemi senza ricorrere alla chirurgia ,che oltretutto non sempre è risolutiva.
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