Correre rilassa, potenzia le capacità cardiovascolari e migliora la resistenza fisica ma indubbiamente è una disciplina sportiva aerobica traumatica per la colonna vertebrale e bisogna essere consapevoli delle problematiche in cui si può incorrere con questa disciplina sportiva. Il Dott. Marco Salvucci, che assiste quotidianamente gli atleti dell’Alessandria Calcio, è il medico dello sport del Centro Onze di Milano e ha risposto a qualche domanda sul running e i suoi rischi.
DOTTOR SALVUCCI, QUALI SONO O DANNI FISICI CHE RISCHIA UN PODISTA?
La schiena e’ la prima grande vittima di questo sport perché la pressione esercitata dal piede sul terreno crea vibrazioni che sono un vero e proprio trauma per la colonna vertebrale. Tra i danni più frequenti ci sono: le protusioni discali che possono poi degenerare in vere e proprie ernie soprattutto a livello lombare dove il contraccolpo della corsa viene accusato maggiormente. Le ernie discali sono spesso la conseguenza di complicazioni come la lombosciatalgia dove viene coinvolto il nervo sciatico causando dolore intenso e irradiato agli arti inferiori.
CON QUALI ESAMI SI SCOPRONO QUESTO TIPO DI DISTURBI?
Nella maggior parte dei casi un esame fisico con lo specialista è sufficiente per fare una diagnosi grazie a test clinici specifici. Il medico osserverà anche l’ampiezza è la flessibilità della colonna vertebrale per valutarne lo stato. In caso il paziente accusi forti dolori alla gamba o alla schiena può essere necessario un esame più approfondito come una TAC o una risonanza magnetica perché si valutino quali siano i tratti vertebrali interessati che sono causa di ernia conclamata o discopatia.
QUALI STILI DI VITA DEVE ADOTTARE UNA PERSONA CON QUESTO TIPO DI PROBLEMA?
Spesso, al manifestarsi della sintomatologia, adottare accorgimenti nella vita quotidiana permette un miglioramento dei sintomi. Limitare attività fisiche che possono aggravare la situazione (la corsa in primis) preferendo una ginnastica dolce, ad esempio il pilates o la ginnastica antalgica; seguire cicli di fisioterapia e di stretching riabilitativo è spesso già una soluzione al problema se adottati al suo primo manifestarsi.
E NEI CASI DI DISCOPATIE ED ERNIE PIU’ GRAVI È PER FORZA NECESSARIO UN INTERVENTO CHIRURGICO?
No, oggi tra le metodiche più usate e più efficaci per il trattamento delle patologie discali esiste l’ossigeno-ozonoterapia che consiste in infiltrazioni di una miscela gassosa in corrispondenza dello spazio discale interessato. La presenza di ossigeno ed ozono colpisce la protusione o l’ernia andando a diminuirne il volume e quindi la sintomatologia.
IN COSA CONSISTE IN TRATTAMENTO DI OZONOTERAPIA?
La seduta consiste in una piccola iniezione elle zone interessate dalla patologia; a seconda della gravità sono necessarie dalle 8 alle 10 sedute. I primi risultati si hanno già alla quarta o quinta seduta.
IN SEGUITO È NECESSARIO RIPETERE IL TRATTAMENTO?
Solitamente è consigliabile ripetere il trattamento dopo circa un anno. In molti casi è un trattamento risolutivo del problema.
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